L'Apocalisse di Yochanan a Qumran?

03.08.2021

Sia nella letteratura di Qumran che nell'Apocalisse giovannea (cap.21) si può ravvisare la medesima "esigenza" di dover misurare la Nuova Gerusalemme. "Prendere le misure", sia nel senso biblico che qumranico, significa testare la purezza e constatare la rettitudine, valutare, considerare, giudicare.

A Qumran sono stati rinvenuti alcuni frammenti in cui i loro antichi autori hanno scritto nel dettaglio tutte le misure che avrebbe dovuto avere la Nuova Gerusalemme: misura per porte, pareti, edifici, finestre, fondamenta, torri, scale, strade, vie, ecc. Descrizioni molto dettagliate che, purtroppo, ci sono arrivate solo per via frammentaria, tranne per alcuni altri manoscritti in cui i dettagli sono molti e leggibili senza difficoltà.

Quanto alla preziosità della Nuova Gerusalemme, gli Esseni di Qumran hanno parlato di «porta di zaffiro» (2Q24, fr.3), «edifici di elettro, zaffiro, rubino e inferriata d'oro» (fr. 2 col. II). Le vie della città lastricate di «alabastro e calcedonia» (5Q15, fr.1 col.1 v.7).

Nota assai curiosa e che all'inizio si parla di «e mi condusse all'interno della città» (2Q24 fr. 1) dove con «e mi condusse» il narratore (anonimo) si riferisce a un angelo celeste che lo accompagna (in visione?) a vedere la Nuova Gerusalemme e il suo Tempio. Più avanti (11Q18 fr. 16 vv-5-6) si dice che questo angelo «cominciò a leggere per me in un libro [...] [...] mi mostrò un libro [...]».

Questi frammenti sono paleograficamente databili alla prima metà del I secolo d.C., quindi entro l'epoca di Yeshua, degli apostoli e prima del 70 d.C., ovvero quando era ancora viva l'esigenza di vedere la città santa e il suo Tempio restaurati dal loro sudiciume. Quindi si prevede che la città e il Tempio siano ancora in piedi.

Anche Yochanan ha descritto la Nuova Gerusalemme dandone delle misure, specificandone la preziosità delle sue componenti architettoniche e che a condurlo in questa visione sia stato un messaggero celeste. Tuttavia nella Nuova Gerusalemme vista da Yochanan non ci sarà un Tempio, in quanto Dio stesso è il suo Tempio. Parla anche di un «potente messaggero» con un libretto in mano.

A mio avviso, dev'esserci un nesso tra la Nuova Gerusalemme del veggente di Qumran e del veggente di Patmos. Non intendo dire che siano la stessa persona, anzi non credo proprio, ma sicuramente andavano d'accordo su molte cose e condividevano quelle aspettative escatologiche che caratterizzavano tutti gli apocalittici del loro tempo. Evidentemente una visione di questo tipo non fu una prerogativa data solo a Yochanan, ma già qualcuno insieme a lui amava immaginare la Nuova Gerusalemme redenta come una gemma preziosa, in contrasto con l'immondizia che il paganesimo aveva portato nella Gerusalemme terrena. Questo mi fa capire che per uno studioso dell'Apocalisse, consultare i testi di Qumran è d'obbligo, non per ricavarne questioni dottrinali, ma per capire meglio cosa frullava nella mente di Yochanan mentre aveva queste visioni.

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